25 giugno 2013

Libri: "Joyland" di Stephen King


© Sperling & Kupfer 2013

ISBN 978-88-200-5427-4  86-I-13

Pag. 352  € 16,91

King non smette mai di stupire. Per questo suo nuovo lavoro ha scelto un parco giochi e, nonostante ci sia all’interno una sorta di giallo da risolvere, quello che prevale non è l’orrore degli omicidi, né la suspense.
Ciò che troviamo è una dolcezza nei modi, sia nello scrivere che nelle qualità dei vari personaggi.
La delicatezza dell’amore, del primo amore, delle prime delusioni.
La passione per la prima volta di un giovane; i nuovi amori, l’amicizia.
Protagonista un giovane universitario, Devin. Per l’estate trova lavora presso il parco di divertimenti di Joyland, non una Gardaland dei nostri tempi, il libro è ambientato nel 1973; ma semplici giostre: la ruota panoramica, le tazze, i cavallini, la maga che legge la sfera, il tiro a segno e, ovviamente, il castello dell’orrore.
Si vocifera che lì dentro sia stata uccisa anni prima una ragazza, e che il suo fantasma abiti ancora gli angoli più bui.
Devin si appassiona alla storia, tanto che deciderà di rimanere a lavorare lì anche durante la stagione invernale.
Non vedrà mai il fantasma della fanciulla, ma, con l’aiuto di un bambino speciale, risolverà il caso.
La storia è narrata da un Devin anziano che ricorda il dolore per la perdita del suo primo amore, una ragazza che lo ha tradito.
Ci parla degli amici conosciuti nel parco, coi quali aveva lavorato fianco a fianco per tutta l’estate.
Niente colpi di scena eclatanti, niente paura o batticuori particolari; ma ci si affeziona ai vari personaggi, anche a quelli dai modi più bruschi.
Alcuni hanno paragonato questo libro a Il miglio verde e Le ali della libertà… non ho trovato similitudini, le storie sono assolutamente diverse e scritte con toni differenti. Forse la similitudine sta nella trama: perché si parla di uomini, di sentimenti, di emozioni forti.
È difficile per un autore che ci regala i suoi lavori ben dal 1970 riuscire a trovare vicende nuove da narrare e, con esse, riuscire ancora a non essere mai banale e a sorprendere!

 

© Miriam Ballerini

 

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