27 giugno 2016

KATHERINE di Anchee Min recensito da Miriam Ballerini

KATHERINE                                                             di Anchee Min
© 1997 Teadue
ISBN 88-7818-211-7   € 7,00 Pag. 209

Un romanzo dal sapore esotico, dove i nomi e i luoghi sono estremamente diversi da quelli che siamo abituati a conoscere.
Nella Cina dopo Mao, Katherine, una donna americana, giunge in Cina per insegnare l’inglese a degli allievi adulti.
La sua presenza scatena qualcosa negli animi dei suoi studenti, tutti indottrinati da Mao. Katherine simboleggia la libertà, la seduzione, una vita assolutamente agli antipodi, rispetto alla loro.
Katherine fa amicizia con Zebra, vuole scrivere un libro sulla Cina, affascinata da sempre da questo paese.
Zebra continua a dirle che lei non capisce cosa significhi essere cinese. Lei che, da ragazzina, è stata una Guardia Rossa.
Testa di leone, amico di Zebra e con la quale avrà una storia d’amore, s’innamora perdutamente di Katherine. Ma lei lo respinge.
Testa di leone, a sua volta, è amato da Fior di gelsomino. La ragazza fa di tutto per stare con lui, anche subire delle umiliazioni.
Da una parte vediamo questa ragazza sottomessa, dall’altra l’americana libera, che pensa con la propria testa e segue il suo cuore. Poi abbiamo Zebra, che vuole capire, sapere, essere anche lei una donna libera.
Katherine prepara le carte per adottare Piccola lepre, una ragazzina muta che sta in un orfanotrofio; per il proprio handicap viene derisa e picchiata dagli altri bambini. Molte bambine vengono abbandonate in Cina, perché loro non hanno valore alcuno.
In seguito a una festa in cui Katherine alza un poco il gomito e dove c’è chi trama contro di lei, “il diavolo straniero”; la donna è costretta a tornare in America.
Resta in contatto con Zebra, che, non volendo sottomettersi al regime, viene rimandata alla cava degli elefanti, dove dovrà lavorare duramente.
Zebra salva Piccola Lepre e si prepara a partire con lei per l’America, ma la piccola prende una brutta malattia che circola nell’orfanotrofio e viene ricoverata in ospedale.
La fine del romanzo vede Piccola Lepre che migliora e le lacrime di Zebra che, in cuor suo, ha preso una decisione: “…mi resi conto che la mia vita era arrivata al punto che non avrei più rinunciato, anche se non fossi riuscita ad andare in America. Non avrei rinunciato. Era tutto quello che chiedevo a me stessa”.
Sulla copertina leggiamo: erotico. Drammatico. Commovente.
È tutto questo e insegna usi e modi di pensare lontani dal nostro mondo.


© Miriam Ballerini

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