08 ottobre 2016

FORSE C’È BISOGNO DEI SOGNI Un libro interessante ed attraente di Yelice Feliz Torres a cura di Vincenzo Capodiferro


FORSE C’È BISOGNO DEI SOGNI
Un libro interessante ed attraente di Yelice Feliz Torres

Yelice Feliz Torres è una ragazza straordinaria. Nasce a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, nel 1979. Dopo molto tempo vissuto in Centro America, ove ha compiuto anche gli studi universitari, è giunta in Italia, seguendo la sua famiglia. Da sempre amante dello studio e della lettura, segue, fin dall’infanzia, un percorso di vita alla ricerca di qualcosa che possa completare il suo essere. Il suo libro “Forse c’è bisogno dei sogni” è stato pubblicato da Fara, a Rimini nel 2016. Come scrive Stefano Martello, nell’introduzione: «decisamente sì. Abbiamo bisogno dei sogni. Ne abbiamo un bisogno disperato e necessario, proprio ora, proprio adesso, e forse è già troppo tardi nel momento in cui lo scrivo… Perché il testo che avete tra le mani non è e non sarà mai solo un testo di narrativa; è piuttosto un monito, elegante e sobrio… su ciò che abbiamo relegato alla vita notturna, un po’ incoscienti e pecoroni, casomai per seguire con più attenzione un andamento di Borsa. Illudendoci che sia possibile mettere da parte una componente così fondamentale e così fondante per riprenderla quando più ci fa comodo». Yelice ci propone un percorso di vita e di amore: «La vita è un fiume in piena: a volte percorre tragitti lenti e sinuosi, a volte ardui, con cascate che sembrano inghiottirci o soffocarci senza che possiamo fare niente, o almeno senza sapere di poter fare qualcosa». La vita è come il Panta Rei, l’eterno fluire di Eraclito: non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, né toccare sostanza mortale due volte. Tutto è – seguendo Bergson – “evoluzione creatrice”. Tutto è “slancio vitale”: «Da un immenso serbatoio di vita debbono slanciarsi, senza posa, dei getti, ciascuno dei quali, ricadendo, è un mondo». Eppure si può essere più felici: «La felicità è una questione di attimi. È un caffè con un’amica. È un bacio rubato. È un messaggio inaspettato. È lo sguardo intenso di un passante. È il rispondere al telefono  e udire con sorpresa la voce di chi ami…». Yelice ci invita a sognare. La vita si muove tra realtà e immaginazione. Ma senza immaginazione tutto è perduto. Come negli slogan del ’68 proviamo ad ardire: l’immaginazione al potere! Quando l’uomo non sogna più è morto, è vecchio, è logoro. Una società senza ideali è una società stagnante, altro che la società liquida! Il motore della storia è il sogno, l’ideale. Noi abbiamo bandito le ideologie dalla storia! L’immaginazione è creatrice, diventa realtà. Nell’età dei deboli di mente, col pensiero debole, e della società-stagno - altro che società liquida! - questo libro può risultare una guida per rintracciare la rotta nel mare infinito della vita. Il Mondo, come pensa Yelice, è un grande animale vivente ed ha una grande anima, l’Anima Mundi. Anche il Mondo sogna. E quando morirà risorgerà e rivivrà di nuovo, eternamente. In questo “eterno ritorno” c’è spazio per i sogni, perché tutto riaccade sì, ma il Tutto rispetta la nostra libertà. Il Tutto ci butta nel mare dell’esistenza, ma ci assiste continuamente. Così la vita diventa come un’opera d’arte. L’estetismo di Yelice, però, non è semplice edonismo, è un estetismo etico. Nell’arte, come sosteneva Schelling, l’inconscio, che è la Natura ed il Conscio, che è lo Spirito, si fondono. 

Vincenzo Capodiferro

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