05 dicembre 2016

IL DIFFICILE RAPPORTO FRA FISCO E CONTRIBUENTE di Antonio Laurenzano

           di Antonio Laurenzano

Sempre in salita, con reciproca diffidenza,  il rapporto fra Fisco e  contribuente dopo l’approvazione del  recente decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2017. Un provvedimento complesso, molto articolato, con una lunga serie di misure finalizzate, almeno nell’ intento del Legislatore, a rendere  la vita meno difficile a imprese e famiglie.  Ma la strada verso un Fisco più semplice è lunga!
Ancora una volta è caduto nel vuoto l’appello di Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli Anni Cinquanta per “un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e comprensibile nei contenuti”. Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e  un confuso proliferare della normativa  che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera!
E il decreto fiscale approvato dal Parlamento a supporto della manovra finanziaria è l’ennesima … opera incompiuta!  Si colgono pochi timidi segnali di semplificazione: dalla “tregua estiva” per atti e scadenze alla soppressione del tax day  del 16 giugno, con il solo pagamento di Imu e Tasi e lo spostamento a  fine mese dell’acconto Irpef, Ires, Irap. Ma lo spacchettamento del tax day non elimina il … rischio ingorgo perché  sembra mancare un disegno organico di razionalizzazione della intrigata giungla di balzelli e tasse e relativi vincoli amministrativi.  Parlare infatti di semplificazione fiscale e introdurre per i soggetti Iva otto fastidiosi adempimenti (lo “spesometro trimestrale” con quattro invii delle fatture emesse e ricevute oltre a quattro invii trimestrali delle liquidazioni Iva) significa frapporre altri ostacoli sulla strada della “efficienza, trasparenza e certezza”, principi amministrativi affermati nello Statuto del contribuente.
Cresce il disagio degli operatorii, mobilitati a Roma per il 14 dicembre, per obblighi fiscali che non solo disattendono le numerose e continue promesse di semplificazione ma  “contribuiscono a complicare ulteriormente il funzionamento del  sistema fiscale in Italia”. Un aggravio notevole di lavoro che pone la questione di un  “bilanciamento” tra l’eliminazione di adempimenti palesemente privi di efficacia operativa (intrastat, black list, ecc.) e l’introduzione di nuove dispendiose misure. Non c’è dubbio che l’evasione in Italia, soprattutto per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto, abbia raggiunto livelli da maglia nera in Europa. Siamo il Paese con maggior numero di partite Iva aperte, oltre mezzo milione all’anno, molte delle quali dedite alla …  “finanza creativa” con  rilevante  imponibile sottratto a tassazione, anche sul versante delle imposte dirette. La lotta all’evasione fiscale è la ragione d’essere di un sistema tributario e, più in generale, di una sana economia. Chi non paga il debito d’imposta fruisce di una rendita che altera la concorrenza e il mercato. Ma è pur vero che un serio contrasto all’evasione fiscale non va condotto con una strategia moltiplicatrice degli adempimenti. Aumentare gli obblighi non frena l’evasione! E cancellarli dopo il loro esito negativo mina la credibilità di ogni intervento.      
Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di stagnante ripresa economica, è un fisco semplificato che oltre a ridurre il più possibile il prelievo, sostenga la crescita, sia equo e renda difficile l’ evasione e l’elusione attraverso le numerose ed efficienti banche dati di cui l’Amministrazione finanziaria dispone. Un patrimonio informativo notevole che consente di eseguire una selezione intelligente e preventiva per individuare i contribuenti  a rischio da sottoporre a controllo, in un’ottica di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa.   
Si ponga quindi fine alla incessante richiesta di informazioni che creano alle imprese costi non riscontrabili in altri Paesi dell’Ue. Abbia termine la stagione delle tante modifiche, interpretazioni, rettifiche della normativa tributaria, dei tanti  “rimedi a singhiozzo”! Combattere l’evasione attraverso la  … lotta alla burocrazia fiscale, ridisegnando il peso fiscale con tre obiettivi di fondo: semplicità, crescita, equità. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere un reddito nelle sue pieghe: ecco perché un’attenta semplificazione può aiutare l’equità. Conciliare il gettito tributario e diritti dei contribuenti (pax fiscale?) è la grande sfida del Fisco italiano. Una sfida di civiltà giuridica. 

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