10 aprile 2018

Spazio Parentesi a cura di Marco Salvario


Spazio Parentesi
Marco Salvario

La città di Torino sta vivendo un lungo e brutto periodo che l’ha vista smarrire molto del suo slancio artistico e creativo per colpa sicuramente della crisi economica, che in Piemonte ha colpito più duramente che in altre parti d’Italia, ma soprattutto per la crisi mentale e motivazionale che ha messo in discussione molte delle sue certezze e dei suoi valori. La strada della ripresa è ancora lunga, però si vedono nascere e crescere iniziative coraggiose che scommettono concretamente sul futuro.
In tale contesto, più che una segnalazione merita lo Spazio Parentesi di Ivan Fassio, in via Belfiore 19, quasi angolo con Corso Marconi, che propone a ritmo continuo iniziative su una superficie espositiva limitata ma densa di proposte valide e interessanti. Spesso è nelle botti piccole che si più trovare il vino migliore. Dal 2 aprile del 2017, giorno dell’inaugurazione, lo Spazio Parentesi ha ospitato decine di artisti e laboratori di pittura, scrittura e arte multimediale.
Tra le manifestazioni del 2018 dedico qualche breve cenno alle tre che ho visitato, invitando chi è interessato all’arte in tutte le sue forme, a seguire il sito facebook di Spazio Parentesi e, per chi ne ha la possibilità, di vistare le molte proposte che sono in programma.





Telecromìa 12-20 gennaio.
Bel confronto, a volte gradevolmente disarmonico, tra artisti molto diversi per l’interpretazione dei soggetti e delle tecniche espressive. Ai colori pastosi e densi che contraddistinguono le opere di Simona Diana fanno così da contraltare i contrasti tra i ruvidi chiaroscuri di Laura Marella e le linee nette e chirurgiche di Silvia Perrone, di cui ho già parlato in passato. Aggiungete le illustrazioni di Riccardo Cecchetti e le sculture luminose di Ennio Bertrand e Pietro Gilardi, alla fine, nella sovrapposizione anche fisica delle opere, si finisce per perdere la rotta, di confondere i propri giudizi e pensieri, ma era un dolce naufragare tra le emozioni e le sensazioni che si sovrapponevano e accavallavano. L’impressione per il visitatore di Telecromìa era quella di un overflow di messaggi da gestire e dipanare in tempi successivi secondo la propria sensibilità.




                               
Bruno Molinaro. Studio Verso Opera. 18 - 28 marzo
Importante occasione per ammirare alcune opere di un maestro dalla lunga carriera e dai numerosi riconoscimenti. Della vasta produzione di Bruno Molinaro, vengono esposte alcune opere e bozzetti per nudi e disegni di cavalli, che bene illustrano il processo di ricerca e di sviluppo del disegno fino alla realizzazione completa. La mano dell’artista si dimostra esperta e sicura in ogni passaggio, lo sguardo intelligente nel cogliere e restituire sulla carta o sulla tela la tensione del movimento e l’armonia dei corpi.





Le Scapigliate. Così è, se vi Paris. 31 marzo - 9 aprile
La scapigliatura, per chi non lo ricordasse, è quel movimento, nato un secolo e mezzo fa, che si riaggancia alla vita di bohème francese e si oppone al romanticismo classico trovando soprattutto nel povero Manzoni il bersaglio preferito. Sul riferimento pirandelliano, invece, non mi soffermo.
Le Scapigliate sono quattro ragazze dell’Accademia Albertina di Torino - Betty, Moniq, Sere e Ana - che da circa un anno realizzano insieme, pur continuando al tempo stesse percorsi personali indipendenti, opere fotografiche e poetiche d’innegabile fascino.
Con “Così è, se vi Paris”, le Scapigliate propongono una sequenza di album fotografici dove, cronologicamente e con i canoni del social network Instagram, illustrano e raccontano i momenti di una immaginaria vacanza a Parigi, vissuta e inventata tra le strade di Torino. Torino per chi la ama è una piccola Parigi, oppure è Parigi che è una piccola Torino?
Le didascalie sono parte essenziale della composizione e, nella loro apparentemente ingenua semplicità, regalano alle immagini già ricche di spontaneità e vivacità, momenti di vera poesia.

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